Rispetto e solidarietà: una questione di sopravvivenza!

Ho la fortuna di abitare in una casetta ai piedi della Torre Matilde di Viareggio,  torre che nei suoi cinquecento anni  di vita, ha cambiato la sua funzione diverse volte : creata inizialmente, come torre di avvistamento  e castello a difesa degli attacchi dei pirati barbareschi, è passata poi a caserma ed infine a carcere.  In questi giorni siamo tutti chiamati, per spirito di solidarietà, ad una reclusione forzata.

E’ un appello a cui dobbiamo rispondere in un solo modo: Presente!

Non mi soffermo sulle regole, che le istituzioni hanno imposto a tutta Italia, ma preferisco  parlare di solidarietà: di coscienza e rispetto verso gli altri. Il nemico che affrontiamo non si dichiara, non è manifesto.  Si aggira subdolo, s’insinua invisibile tra i più forti di noi, che diventano portatori sani della malattia. Tutto questo, assomiglia molto all’incipit di un romanzo catastrofistico, alla fantasia di uno scrittore, ma purtroppo è diventata la nostra cruda realtà quotidiana, a cui non possiamo e non dobbiamo sfuggire. E prima ce ne rendiamo conto e prima usciremo da questo incubo.  

Il senso civico non appassiona molto noi italiani, argomento spinoso, ma siamo sensibili alla solidarietà. Siamo un grande popolo e di questo dovremmo esserne orgogliosi e fieri, ne abbiamo sempre dato prova nei momenti difficili: terremoti, alluvioni e situazioni d’emergenza varie. Questa volta dobbiamo affrontare un pericolo invisibile, che inevitabilmente, porta a sottovalutarne i rischi, la solidarietà a cui siamo chiamati è verso le persone più deboli, i nostri anziani, la nostra memoria familiare e di popolo : sono loro le vittime del mostro. Ed il nostro impegno, in questa battaglia, è quello di evitare il perpetuarsi del contagio.   

Impariamo il Rispetto, parola desueta in questi ultimi decenni, perché rispettando gli altri proteggiamo anche noi stessi! Sul rispetto reciproco si basano le relazioni interpersonali e la convivenza civile. Sul rispetto si fonda l’empatia. Non è (o non è solo) una questione di buone maniere o di deferenza. In altre parole: non è una questione di forma, ma di sostanza e nel nostro caso di sopravvivenza!                           

La storia c’insegna, che abbiamo già vissuto pandemie (la peste nera del 1300 decimò la popolazione) ed uno dei rimedi più efficaci fu il distanziamento sociale. Oggi il distanziamento sociale è una forma di Rispetto verso se stessi, e verso gli altri!

Il Rispetto, sarà fondamentale nell’imminente riapertura, pensiamo ai più fragili tra noi,  ai nostri nonni, ai nostri malati, e tradotto nella realtà pandemica di oggi vuol dire  portare le mascherine, non per un gesto di autoprotezione, ma per solidarietà nei confronti del prossimo.

Basterebbero queste poche regole, distanziamento sociale e mascherine, cementate nel Rispetto e nella Solidarietà per affrontare il futuro con animo più tranquillo!

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