Arte Gotica e Filosofia scolastica…di Marco Polloni

Con l’ARTE SACRA si stabilisce uno stato di sintonia con l’infinita Bellezza Divina, che viene ad essere espressa con eccezionali opere per il fine di contribuire, in maniera più efficace possibile, ad indirizzare le menti degli uomini verso Dio.
La Cattedrale gotica, ma non solo, rappresenta un grandioso e perfetto esempio di arte a carattere sacro, da cui pienamente traspare una sintesi armonica di tutto un sapere tradizionale, a partire dalla sua progettazione e realizzazione che inizia con la scelta del luogo, il rituale per consacrarlo, la posa della prima pietra, la sua orientazione rigorosamente verso il sole che sorge, decisa a seconda dei casi, ma pur sempre nel rispetto dell’arco ortivo del sole che va dal Solstizio d’Inverno al Solstizio d’Estate, passando per gli Equinozi: << Surge ai mortali per diverse foci la lucerna del mondo, ma da quella che quattro cerchi giunge con tre croci (Equinozio di Primavera) con miglior corso e con migliore stella (costellazione dell’Ariete) esce congiunta, ……>> (Divina Commedia, Canto I, 37-42); il tutto ritualmente svolto in considerazione del simbolismo e dei principi di ordine matematico che vi partecipano, per esprimere sensibilmente il carattere trascendente e metafisico come potente veicolo atto a manifestare il Divino per condurre verso Dio.
Come una sorta di MICROCOSMO MISTICO la cattedrale costituisce lo scheletro portante che espone due sistemi di immagini: le grandi e rappresentative VETRATE, che oltre a comunicare il Divino attraverso le figurazioni, lo manifestano per mezzo della luce, che per sua natura è semplice e comprende in sé tutte le cose, e per questo è massimamente unita e proporzionata a sé stessa, ragion per cui ci dà un’immagine dell’universo come un unico flusso di energia fonte di bellezza e di essere; e poi la SCULTURA che più che inserirsi nei contesti architettonici, se ne impadronisce, li determina, e per tale ragione gode e manifesta un proprio spazio in cui si esprimono, con la ratio propria del bello, che consiste nello splendore del principio organizzante sulla molteplicità organizzata, le tematiche del Divino, bibliche e teologiche.
Ovviamente le maggiori manifestazioni scultoree le troviamo all’esterno ed una specifica sede è costituita dai portali che, proprio in virtù delle esigenze relative alla scultura, si sviluppano in grandi strutture profondamente strombate nelle quali ogni membratura architettonica si trasforma in immagine. Le mutevoli opinioni al tempo delle grandi cattedrali gotiche, sul rapporto tra ANIMA e CORPO, due elementi costitutivi dei quali il primo è concepito come NATURA SPIRITUALE , destinato al governo del secondo (il corpo) di NATURA MATERIALE; una duplicità che da sempre ha portato alla riflessione filosofica da parte dell’uomo, sulla propria natura, che vede da una parte la capacità di conoscere il mondo, possedendone un’ idea, un concetto, mentre dall’altra si scopre, egli stesso, come oggetto della sua conoscenza. Su tale duplice considerazione si innesta la TRADIZIONE FILOSOFICA CRISTIANA, e vi si scorge la possibilità di giustificare razionalmente le Verità di Fede, riconoscendo nell’uomo la natura a immagine e somiglianza di Dio, che però nello stesso tempo viene percepita come mortale, salvifica e peccatrice.
Un ulteriore problema connesso, sempre alla SCOLASTICA (la filosofia cristiana medievale), è quello sugli UNIVERSALI contrapposti ai PARTICOLARI, uno dei problemi filosofici che ha coinvolto la filosofia in una continua disputa.
Gli UNIVERSALI sono quei concetti generali, attribuibili alle cose, come ad esempio: GENERE e SPECIE, come dire il genere animale e la specie uomo; il problema è relativo alla loro natura ontologica, cioè esistono come REALTA’ (come sostenevano i realisti), o esistono solo come NOMI, flatus vocis (come sostenevano i nominalisti)?
Esistono separati dalle cose quindi ANTE REM e dunque prima che le cose fossero create, o esistono nelle cose e dunque POST REM cioè dopo che le cose sono state create?
Tali argomenti sono talmente affascinanti ma lunghi da trattare, basti pensare che le questioni appena citate sono strettamente implicate con le concezioni legate alla Religione Cristiana e vennero riflesse nelle ARTI RAPPRESENTATIVE piuttosto che in ARCHITETTURA .
I costruttori delle cattedrali però, che facevano parte di confraternite chiuse (erano chiamati: compagnons – dal fr. : conpain – perché condividevano lo stesso pane), e costituivano una sorta di corporazione che custodiva gelosamente i segreti del mestiere, basati sulle Sacre Scritture, sull’esoterismo, sulla numerologia ……etc…… , vivevano a stretto contatto con pittori e scultori, ne studiavano le opere, come testimonia il libro di appunti compilato nel 1235 da Villard de Honnecourt (contenente rappresentazioni e brevi scritti), che poi ingaggiavano per l’ideazione e la realizzazione delle opere che solitamente venivano dettate e approvate da uno o più teologi scolastici.
Con tale OPUS OPERANDI veniva assimilato e trasmesso il MODUS ESSENDI, che consisteva nello stabilire l’UNITA’ della VERITA’, compresa l’importanza dei poteri formativi dei processi sensoriali: << I sensi godono delle cose debitamente proporzionate…..poichè anche il senso è una specie di ragione come lo è ogni potere conoscitivo >> (Tommaso d’Aquino).
Il bello, dunque, riguarda la facoltà conoscitiva, infatti sono dette belle quelle cose che alla vista destano piacere, che sono gradite dai sensi, poiché i nostri sensi si dilettano nelle cose ben proporzionate, perché come ogni altra facoltà conoscitiva hanno in sé una sorta di proporzione; ragion per cui, ciò che specifica il bello è il suo rapportarsi a uno sguardo conoscente per il quale la cosa appare bella.


Non c’è dunque da stupirsi se una mentalità che riteneva necessario rendere la fede più chiara con appello alla ragione e rendere la ragione più chiara con appello all’immaginazione, si sentiva di rendere l’immaginazione più chiara con appello ai sensi.
Tale atteggiamento influì nelle ARTI FIGURATIVE con le differenze tra il PRIMO GOTICO e il GOTICO MATURO, infatti come si può notare nel GIUDIZIO UNIVERSALE o FINALE (che secondo
l’escatologia cattolica avverrà alla fine dei tempi , quando Dio giudicherà tutti gli uomini in base alle azioni compiute durante la vita e in base a ciò destinerà ognuno in Paradiso o all’Inferno – riferimento ai capitoli 24-25 del Vangelo di Matteo) di Notre Dame di Parigi, prevale una rigorosa e chiara composizione ordinata nell’archivolto e nella lunetta, la quale è organizzata su tre registri: nella parte superiore si evidenzia la visione di Cristo in gloria, raffigurato in trono come giudice che mostra le mani e il costato trafitti, i piedi sono appoggiati sulla Gerusalemme celeste, ai lati due angeli portano i segni della sua passione: la croce l’angelo di destra e i chiodi e la lancia di Longino quello a sinistra; all’estremità, in
ginocchio, ci sono: a sinistra Giovanni Evangelista e a destra la Madonna. Sull’architrave (la fascia più bassa) si trova rappresentata la Risurrezione dei Morti, che escono dalle tombe svegliati da due angeli che suonano la tromba. Nella fascia centrale, si trovano: al centro l’Arcangelo Michele e Satana che con la bilancia pesano le anime, ai lati, invece, ci sono: a sinistra i beati con la corona in capo (Apocalisse 2,10), a destra i dannati incatenati che vengono condotti all’inferno; per cui il Cristo in trono risulta separato dai dannati e dagli eletti e questi dai risorti. Sotto l’imposta dell’archivolto, in piedi nelle strombature, (sei a sinistra e sei a destra) sono disposti i 12 Apostoli, in corrispondenza delle Virtù, rappresentate nelle
formelle sottostanti.
Nella lunetta del portale della Cattedrale di Saint-Làzare ad Autun (opera di Gislabertus – GISLABERTUS HOC FECIT, iscrizione sotto ai piedi del Cristo – 1125-30) risalente al Gotico
precedente, il tono è più popolaresco, in apparenza meno ordinato, ma sempre sorretto da una rigorosa costruzione compositiva, la lettura in prima istanza sembra più difficoltosa ma affascinante: la gigantesca figura del Cristo nella mandorla, con quattro angeli, è dominante; a sinistra San Pietro conduce gli eletti in Paradiso, mentre in alto è rappresentata la Vergine intercedente. A destra, ossia alla sinistra del Cristo, si trova l’Arcangelo Michele con la bilancia, per la pesatura delle anime, appoggiata sulla Scala di Giacobbe (Genesi 28,10-19), e altre mostruose figure tra cui un diavolo dal sorriso maligno, appoggiato ironicamente sulla bilancia.
Direi di chiudere qui dicendo che L’ARTE GOTICA evidenzia quei secoli in cui avvengono trasformazioni radicali, nell’arte, nella religione, nella vita sociale e politica, nell’economia; di tale
rifiorire, del quale si rendevano conto anche i contemporanei, il pensiero filosofico e teologico sono senza dubbio i motori primi.

Prof. Marco Polloni

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