La Zecca di Lucca e le sue monete rare..di Edoardo Puccetti

La Zecca di Lucca, si trasferì nel 1720 dal vecchio edificio sito di fronte al palazzo del Governo della Repubblica (oggi palazzo ducale in Piazza Napoleone), nella nuova sede di via dei Fossi Coperti (oggi Corso Garibaldi), riprendendo la sua attività con l’ausilio di una nuova stupefacente tecnologia sfruttando la forza idrica, vera innovazione del secolo.

Nuovo palazzo della zecca di Lucca

Dalla nuova sede con i nuovi macchinari si coniò: la Mezza Doppia, la Doppia e la Quadrupla, rispettivamente del peso di gr.2,8; gr.5,5; gr.11,2 con titolo di Kt.22. Della Mezza Doppia fu battuta una piccola quantità, tanto da essere oggi è considerata rarissima, della Doppia due emissioni, una nel 1749 e l’altra nel 1750, della Quadrupla o Doppia da due, nel libro dei Commissari di Zecca al 6 novembre 1748 leggiamo. “abbiamo bensì per semplice prova fatto battere alcune Doppie da due, quali essendo riuscite di tutta perfezione come da questa che presentiamo potran rilevare i Magnifici Signori di far battere detta moneta quando vengaci comandato…”10 dicembre 1748“… si lascia in arbitro dei medesimi Signori Commissari di far battere detta moneta quando lo credono opportuno di servizio pubblico…”, anche di questa moneta ne furono battuti pochi esemplari, oggi considerata rarissima e forse la più bella di tutta la monetazione lucchese, l’intaglio dell’effige del Volto Santo ha una forza espressiva nei lineamenti, tale da equilibrare solennità e devozione. mezza doppia doppia

Con il termine “doppia” viene generalmente indicata una moneta d’oro del valore di due scudi o di un doppio zecchino. Quando Firenze coniò il Gigliato o Ruspo, moneta che equivaleva a sei scudi toscani, la zecca di Lucca adeguò la propria moneta d’oro a quel tipo con l’intento di creare una precisa equivalenza tra i due nominali, così da rendere più scorrevoli le relazioni commerciali tra i due stati. Il Consiglio della Repubblica di Lucca, pertanto, decretò la battitura di un pezzo del valore di tre scudi (mezzo ruspo) con titolatura a 22 carati che chiamò Doppia. La nuova moneta avrebbe recato sul dritto l’arme della città con evidente riferimento alla propria autonomia e sul rovescio il Volto Santo da sempre il simbolo di Lucca. Questa moneta fu coniata anche successivamente dopo il 1750 e dai Governi Provvisori che decretarono diverse battiture fino al 1817, ogni volta eseguite con gli antichi punzoni. Nel XVIII secolo le monete lucchesi raggiungono una raffinatezza e un intaglio di alto livello; la maturità artistica degli zecchieri lucchesi è riscontrabile nella ricca monetazione settecentesca, altamente apprezzata dai mercati e d’importanza vitale per l’economia lucchese. La nuova officina della zecca, riesce a contenere le spese di battitura oltre il 50% rispetto al precedente sistema di coniatura manuale grazie alla battitura di monete eseguita con i macchinari mossi dalla forza idraulica. Dal nuovo opificio sono coniate le seguenti monete: in mista, Soldo e mezzo Soldo; in argento, Grossetto, Grosso, mezzo Grosso, Bolognino, Barbone, S. Martino da 15, Santacroce da 25, mezzo Scudo; in oro, la mezza Doppia, Doppia, Doppia da due (quadrupla) e Doppia del S. Paolino. Con questo numerario la Repubblica riesce a soddisfare le esigenze del mercato e proibisce la circolazione di moneta straniera nel suo territorio.

quadrupla

la storia della Zecca continua….

Edoardo Puccetti (storico lucchese)

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