SALVADOR DALI’: < PERSISTENZA DELLA MEMORIA >..di Marco Polloni

Nel saggio sui DATI IMMEDIATI DELLA COSCIENZA Bergson introduce il CONCETTO DI TEMPO come DURATA e afferma che c’è una realtà che tutti possiamo cogliere nella nostra coscienza e questa è il NOSTRO IO CHE DURA cioè il NOSTRO IO NEL SUO DIVENIRE TEMPORALE, questo è il TEMPO SOGGETTIVO, ORIGINARIO, cioè quello della coscienza di ognuno, che non è possibile quantificare scientificamente, ma lo percepiamo trascendendo il TEMPO FISICO misurabile. Ecco allora che la COSCIENZA, per il pensiero di Bergson, rimanda alla MEMORIA che consiste nella conservazione del passato nel presente per anticipare il futuro.
<< ….. Il tempo imbriglia l’uomo e lo spinge sempre in avanti, senza possibilità di inversione, senza possibilità di recuperare neanche un momento del passato …… Nel XVII sec. certi approfondimenti relativi alla concezione del tempo, sono legati all’opera di Newton che asserì : . Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente …..Tale osservazione fu la scaturigine dell’immagine del COSMO come fosse un immenso meccanismo di orologio, un coordinatore del tempo, un parametro fondamentale di tutte le attività del mondo fisico. Questo grande meccanismo conteneva la REGOLA della CAUSA e dell’ EFFETTO e contemporaneamente assumeva in sé il valore simbolico di una effettiva RAZIONALITA’ COSMICA, da cui l’immagine di un DIO OROLOGIAIO. Con Newton il TEMPO non è più una sorta di costruzione mentale, ma diviene una grandezza misurabile, parte integrante e principio fondamentale delle
LEGGI FISICHE e determina il pensiero per il quale solo ciò che accade “ORA” può definirsi veramente reale. Tale visione del TEMPO RIGIDO e ASSOLUTO sarà superata agli inizi del XX secolo da Albert Einstein con la sua TEORIA DELLA RELATIVITA’, con la quale introduce nella fisica la NOZIONE di TEMPO FLESSIBILE, quindi un TEMPO non più universalmente RIGIDO. ……>> (Marco Polloni – “Tempo, Eternità, Fine dei tempi, Giudizio Universale”).
Con l’invenzione degli “OROLOGI MOLLI” anche Dalì mette in crisi il CONCETTO di TEMPO MISURABILE a favore della MEMORIA che del TEMPO ha una percezione ben diversa.
Tali opere di Dalì, legate alla riflessione surrealista , sembrano in effetti richiamare una visione del tempo analoga a quella della RELATIVITA’ di Einstein; tanto è vero che l’idea che i SURREALISTI tendono ad esprimere è proprio quella di annullare tutte quelle regole fisse che scandiscono la vita umana, tra cui le regole del tempo come entità
misurabile strumentalmente.


Ecco, allora, che gli OROLOGI MOLLI, che Dalì assimila all’ipermollezza dello scioglimento del formaggio al sole, simboleggiano il TEMPO DELLA MEMORIA, perché essendo il tempo inafferrabile, come può essere scandito da un oggetto fisico? Forse il TEMPO tende a non esistere?
Tale questione la troviamo espressa e descritta nel libro XI de “Le Confessioni” di Sant’Agostino in cui egli dice: <<……..Senza nulla che passi, non esisterebbe un tempo passato; senza nulla che venga, non esisterebbe un tempo futuro; senza nulla che esista, non esisterebbe un tempo presente. Due, dunque, di questi tempi, il passato e il futuro, come esistono, dal momento che il primo non è più, il secondo non è ancora? E quanto al presente, se fosse sempre presente, senza tradursi in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità. Se dunque il presente, deve tradursi in passato, come possiamo dire anche di esso che esiste, se la ragione per cui esiste è che non esisterà? Quindi non possiamo parlare con verità di esistenza del tempo, se non in quanto tende a non esistere…….Solo se si concepisce un periodo di tempo che non sia più possibile suddividere in parti anche minutissime di momenti, lo si può dire presente. Ma esso trapassa così furtivamente dal futuro al passato, che non ha una pur minima durata………., noi percepiamo gli intervalli del tempo, li confrontiamo tra loro…….misuriamo addirittura quanto l’uno è più lungo o più breve di un altro…….Ma si fa tale misurazione durante il passaggio del tempo…… . I tempi passati invece, ormai inesistenti, o i futuri, non ancora esistenti, chi può misurarli? Forse chi osasse dire di poter misurare l’inesistente? .……. Se il futuro e passato sono, desidero sapere dove sono. Se ancora non riesco, so tuttavia che, ovunque siano, là non sono né futuro né passato, ma presente. Futuro anche là, il futuro là non esisterebbe ancora; passato anche là, il passato là non esisterebbe più. Quindi ovunque sono, comunque sono, non sono se non presenti. Nel narrare fatti veri del passato, non si estrae già dalla memoria la realtà dei fatti che sono passati, ma le parole generate dalle loro immagini, quasi orme da essi impresse nel nostro animo mediante i sensi al loro passaggio. Così la mia infanzia, che non è più, è in un tempo passato, che non è più; ma quando la rievoco e ne parlo, vedo la sua immagine nel presente, perché sussiste ancora nella mia memoria. Se sia analogo anche il caso dei fatti futuri che vengono predetti, se cioè si presentano come già esistenti le immagini di cose ancora inesistenti, confesso … di non saperlo. So però questo, che sovente premeditiamo i nostri atti futuri, e che tale meditazione è presente, mentre non lo è ancora l’atto premeditato, poiché futuro. Solo quando l’avremo intrapreso, quando avremo incominciato ad attuare il premeditato, allora esisterà l’atto, poiché allora non sarà futuro, ma presente >>. (Agostino: “Le Confessioni”).
=> Dunque, sulla base della riflessione di Dalì, e di S. Agostino, possiamo concludere dicendo che la PERSISTENZA DELLA MEMORIA tende a ricondurre al PRESENTE anche il PASSATO e il FUTURO, per cui avremmo un PRESENTE – PASSATO, un PRESENTE -PRESENTE e un PRESENTE – FUTURO.

Prof. Marco Polloni

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