Ottone IV, Lucca ed i templari..

Lucca non era una Repubblica Marinara, ma i lucchesi ne avevano una vicinissima, Pisa. Anche se spesso in lotta tra loro per il predominio della Toscana nord occidentale durante l’epoca comunale, le due città non esitarono a concludere insieme vantaggiosissimi trattati commerciali come quello dell’anno 1185 con il califfo delle isole Baleari.

Fu da questo accordo che il nome e le insegne dei lucchesi cominciarono ad essere conosciute oltre mare; un trattato commerciale e di pace con Alfach Ebubraim figlio di Maomet Alì, Emiro delle isole Baleari così formulato: “Che nessuna galera o naviglio alcuno, ne uomo di Maiorca, di Minorca, di Evizza o della Formentiera faranno giammai male alcuno o cosa contraria agli uomini della città di Pisa e del suo distretto, delle loro isole Sardegna, Corsica, Elba, Pianosa,Giglio, Montecristo, Capraia e Gorgona, quanto ancora agli uomini della città di Lucca e del suo distretto”.

Pisa e Lucca promisero all’Emiro le stesse condizioni per le isole nel mare ispanico. L’atto fu sigillato da una lettera di onorificenza ampollosa, secondo lo stile saraceno: “Dato nel decimonono giorno del mese di Safar, dell’anno dalla predicazione di Maometto 581 e dall’incarnazione del Signore 1185, al quale atto chiamarono Iddio in testimone e mediatore della loro buona fede”.

Un ruolo importante negli affari connessi alle Crociate fu ricoperto dai Cavalieri del Tempio i “Templari”. L’Ordine nacque intorno all’anno 1120, formato da nobili francesi arrivati al seguito della prima Crociata per difendere i luoghi Santi e i pellegrini che si recavano a visitare il Santo Sepolcro. Con l’arrivo dei mercanti europei, ad instaurare rapporti commerciali con il mondo Islamico, sorse un problema fino ad allora sconosciuto, il potere d’acquisto della moneta in loro possesso. La ragione era nel metallo della moneta che circolava in Europa l’argento, che sebbene avesse un mercato interno, non aveva potere d’acquisto nel mondo Islamico, dove l’oro costituiva garanzia per il commercio. I Templari sfruttarono le loro ricchezze anticipando i pagamenti ai mercanti musulmani ed i mercanti europei provvedevano a saldare il conto con i Templari una volta tornati in Europa, con transazioni finanziarie e cessioni di terre. In poco tempo in ogni città del Vecchio Continente questo ordine aprì proprie case dette “magioni”, che gestivano immensi patrimoni.

A Lucca aprirono una mansio in una piazza che ancora oggi si chiama Piazza della Magione. La Zecca di Lucca in quel periodo batté una moneta in oro di buon peso e caratura con l’effigie di un Cavaliere Crociato, (in realtà si trattava dell’Imperatore Ottone IV di Brunsvik venuto a Lucca in visita) e denominata a mio avviso impropriamente, fiorino del San Martino.

fiorino del San Martino

Edoardo Puccetti (storico lucchese)

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