“La SS.Trinità” di Masaccio e il “Triangolo Aureo” di Marco Polloni

L’immagine dipinta in affresco (1425 – 1426 – Basilica di S. Maria Novella – FI) con la quale Masaccio simula l’aprirsi, con meticoloso rigore geometrico, di una nicchia al cui interno risalta una scena della crocifissione con esplicito rimando alla Santissima Trinità, dove il Cristo in croce è sostenuto dal Padre in piedi dietro di Lui,  mentre tra i due si libera lo Spirito Santo nelle sembianze di una bianca colomba; a sinistra Maria indica il Figlio crocifisso e a destra è situato, con espressione sofferente, Giovanni, il discepolo amato. Un gradino più in basso, esterni alla scena principale, sono raffigurati i committenti in atteggiamento orante; sotto di essi, invece, un sarcofago (sempre dipinto) con uno scheletro appoggiato sopra, con vicina una iscrizione che recita: < IO FU GIA’ QUEL CHE VOI SETE, E QUEL CH’I’ SON VOI ANCO SARETE >, una sorta di palese memento mori che invita a meditare sulla caducità della vita e quindi sull’ineluttabilità della morte.

Il contenuto altamente simbolico, spiega ai credenti la via per la vita eterna; infatti lo scheletro, in basso, rimanda, come già detto, al trionfo della  morte terrena, dalla quale ci si può salvare tramite la fede e la preghiera.

L’architettura, composta da un arco classico impostato su due colonne e una volta a botte a cassettoni è organizzata secondo  le rigorose regole della prospettiva mentre l’intera composizione risulterebbe essere sorretta da una costruzione in ragione del simbolico triangolo aureo, un’ ipotesi costruttiva che sembrerebbe stabilire un’armonica composizione.

Scriverà di li a poco l’Alberti: <<Piacemi il pittore sia dotto, in quanto e’possa, in tutte l’arti liberali, ma in prima istanza desidero sappi di geometria……>> (dal trattato “De Pictura” di Leon Battista Alberti).

La geometria è lo strumento fondamentale per organizzare l’effetto delle proporzioni spaziali e della prospettiva, ed in quanto espressione di unità spaziale, un’ armonica composizione è importante per ogni opera d’arte, per essere un buon veicolo del messaggio visivo.

Accanto al termine composizione, però, si affianca: costruzione (che chiaramente sta per costruzione geometrica),  può capitare che il termine  si presenti talvolta quasi come sinonimo del primo, mentre invece sono ben distinti, in quanto la costruzione geometrica fornisce le coordinate spaziali di ogni elemento della composizione.

L’opera d’arte è una unità organizzata di punti, linee, e in via generale, di forme geometriche  e tale unità possiede o meglio, per essere tale, deve possedere uno schema fondante e fondamentale che la sostenga.

In questa occasione ho personalmente ipotizzato e verificato la Trinità di Masaccio in funzione del triangolo aureo, chiaramente insieme alle linee necessarie per costruirlo, e come un occhio attento può osservare, tale costruzione detta le proporzioni, raccorda e sorregge spazialmente l’intera composizione.

<< Ars sine scientia nihil est >> < l’arte senza scienza è nulla >  (Giovanni Mignot – Parigi, 1399),  perché una cosa è bella e un’altra no? L’uomo ha capito che l’armonia è il principio della bellezza e che questa nasce dall’ordine delle singole parti con il tutto, così che ogni parte sta al tutto come il tutto sta alle singole parti in armonica proporzione:

<< I sensi si dilettano con le cose che hanno le corrette proporzioni >> (Tommaso d’Aquino); ed ecco dunque a tal proposito il Rapporto Aureo, meraviglioso accordo di unità perfetta tra Arte e Scienza, chiamato in diversi modi: Sezione Aurea, Costante dell’Armonia, Divina Proporzione, un tesoro della geometria che stabilisce un rapporto di estrema e media ragione.

Luca Pacioli (1445 – 1517), presbitero e matematico, autore del trattato “De Divina Proportione”, chiamava tale proporzione divina perché vedeva in essa l’espressione della Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo:   A (la parte grande) il Padre ; B (la parte piccola) il Figlio ; A+B (l’intero) l’essenza dello Spirito Santo.

Il triangolo aureo è un triangolo isoscele avente i lati lunghi in rapporto aureo con quello più corto: Il lato corto sta a quello lungo come quello lungo sta alla somma dei due, tale caratteristica, sommata al simbolismo numerologico degli angoli, ed in particolare ai 36° dell’angolo al vertice, che simbolicamente (il numero 36) è legato alla manifestazione della Trinità nel mondo reale, visto che tale numero si ottiene sommando 1, 2 e 3 elevati a potenza di 3, ossia:  

13 + 23 + 3= 36, rende il triangolo aureo altamente significativo.

Oltre a ciò il suddetto triangolo, vista la congiunta relazione con il pentagono di cui è parte, si pensa che potrebbe essere stato considerato uno dei modi per la dimostrazione dell’incommensurabilità, (l’impossibilità di poter ridurre a misura nota).

In effetti la principale fonte di distinzione tra Gesù e gli uomini consiste nell’unione personale con il Verbo Divino, e proprio tale è il significato dell’incommensurabilità del dono dello Spirito Santo che viene elargito a Cristo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *