Estate 2020: voglia di vivere!

La volontà di ripartire, di ritrovare una nuova normalità, è un sentimento comune e condiviso, giustificato dal bisogno economico e dalla libertà riconquistata dopo mesi di confinamento e di reclusione forzata. La voglia di vivere è tanta, il sole bussa e la stagione estiva è ormai alle porte, le calde giornate ci attendono per un più che meritato relax, quindi canto forte uno dei più belli inni alla vita: quello di Madre Teresa, una invocazione universale alla gioia dell’esistenza.

La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è la vita, difendila.

Chi scrive rientra, come condizione di salute, in una delle categorie più deboli di fronte al virus, ma forse è per questa mia fragilità fisica che apprezzo maggiormente le parole di Madre Teresa! Una poesia attuale, che esprime nella sua ripetizione “La vita è” un espediente per sottolineare, sempre e comunque, l’importanza della vita e il desiderio di viverla in pieno rapportandosi con la realtà, tale volontà, in alcune situazioni, può affievolirsi o addirittura venir meno. Ma l’uomo non può permettere che ciò accada, perché la vita deve essere sempre al primo posto nei suoi obiettivi, ma parliamo di una vita vissuta come è nelle sue parole.

Chiuso in casa, come mi consiglierebbero i medici, sarebbe una non-vita, una ricchezza perduta, una promessa non mantenuta, io voglio la libertà di cogliere le sfumature che essa ci offre, sensazioni legate alla gioia di una bella giornata o di una piacevole chiacchierata con gli amici, emozioni semplici e difficili ad esprimere a parole, ma è questa l’avventura, che mi piace rischiare!

«Varrebbe la pena vivere, se non provassimo alcuna passione, se tenaci, invisibili fili non ci avvincessero a quanto – a diverso titolo – ci sta “a cuore”, e di cui temiamo la perdita? La totale apatia, la mancanza di sentimenti e di ri-sentimenti, l’incapacità di gioire e di rattristarsi, di essere “pieni” di amore, di collera o di desiderio, la stessa scomparsa della passività, intesa quale spazio virtuale e accogliente per il presentarsi dell’altro, non equivarrebbero forse alla morte?» estratto da Remo Bodei ( che è stato insigne filosofo e docente alla Scuola Normale di Pisa) parole che demarcano nettamente il confine tra la vita e la mera sopravvivenza!

Ma come accogliere e soddisfare questo bisogno primario, nelle azioni della nostra quotidianità? Ognuno espone le proprie ricette, un caleidoscopio di proposte, che vanno dal “Bomba liberi tutti” alla ripartenza a “macchie di leopardo“, ne troviamo di stravaganti e fantasiose supportate dai nuovi e vecchi opinionisti della TV, che ingaggiano, ormai, tutte le sere accanite battaglie verbali per sostenere le loro tesi, ma questa dialettica è avulsa dalla realtà di tutti i giorni….che ci parla della difficoltà di arrivare a fine mese, della paura di ammalarsi o di perdere i propri cari. La paura e l’insicurezza, sono diventati i nostri fedeli “demoni custodi” e ci vorrebbero accompagnare poco alla volta, verso un incubo sanitario ed economico, ma La vita è la vita, difendila ! Difendila con le armi, che abbiamo a disposizione, il coraggio, la solidarietà, accompagnate dalla gioia e voglia di vivere.

Sarà, senz’altro, una vita diversa, ma sempre meglio il disagio di una mascherina, che l’apatia di restare chiuso in casa, inoltre consoliamoci con la Storia sapiente madre di conoscenze già passate: le ondate di peste che stravolsero il medioevo (riducendo di 1/3 la popolazione mondiale) portarono al Rinascimento, esplosione di gioia e di vitalità…dopo le rovine della seconda guerra mondiale, arrivò come contraltare la crescita economica (che forse abbiamo voluto cavalcare un po troppo). Ora, anche la nostra generazione, è giunta al suo nastro di partenza (evito, per decenza intellettuale, di citare fase 1-fase 2…) e BISOGNA FARLO, senza se e senza ma, senza rimandi e senza regole infinite, bastano poche ed essenziali norme: distanziamento sociale e dove non è possibile mantenerlo, obbligo di mascherine.

Una piccola noia a cui tutti, volenti o nolenti, siamo tenuti a sopportare, conviviamo con essa facendone con la creatività del nostro popolo un accessorio di moda , e vi lascio parafrasando una frase celebre “Meglio VIVERE un giorno con la mascherina, che cento anni recluso in casa!”

Francesco Fiorini (Ass.Promo-Terr)

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