La Lotteria di Viareggio: relazione al senato del Sen.Barsacchi..ricerche della redazione

ONOREVOLI SENATORI. — Come è a vostra conoscenza, il Ministero delle finanze con la legge 4 agosto 1955, n. 722, è autorizzato a far svolgere in Italia quattro grandi lotterie nazionali: la prima collegata con la gara di trotto di Agnano; la seconda collegata con la gara automobilistica di Monza; la terza collegata con la gara di galoppo di Merano; la quarta collegata con lo spettacolo televisivo annualmente prescelto dalla RAI.
Appare oltremodo giusto ed opportuno istituire una quinta lotteria abbinata ad una grande manifestazione folcloristica e di promozione turistica tra le più prestigiose del mondo, che costituisce un concreto mezzo di attuazione e un veicolo di propaganda ad alto rendimento per il turismo italiano.
Per questo abbiamo voluto scegliere una lotteria abbinata alla grande manifestazione del carnevale di Viareggio.
Riteniamo opportuno offrire alcuni cenni sulle caratteristiche, sulla storia e sulla importanza della manifestazione viareggina, per meglio comprendere e legittimare la richiesta di istituzione della lotteria.
Viareggio vive con uguale intensità due stagioni: la stagione balneare, che si svolge da giugno a settembre sull’ampio arco delle sue meravigliose spiagge, e la « stagione carnevalesca », che il calendario fissa nel cuore dell’inverno, ma che acquista per l’intera Versilia il sapore di un’anticipata stagione turistica.
Così, al pari dell’estate -— che esercita una speciale attrazione per la sua vita multiforme, caratterizzata dal susseguirsi di « eventi » eccezionali — l’inverno, con il grandioso carnevale, richiama folle da ogni parte d’Europa.
In effetti, al carnevale, a Viareggio si pensa tutto l’anno, poiché questa complessa ed imponente manifestazione, affermatasi ormai come la più importante d’Italia ed una fra le più celebrate nel mondo, è diventata una vera istituzione della città e della Toscana.
La passione per essa, che ha lontane origini e si identifica con la Viareggio della seconda metà del 1800, quando la città era poco più di un borgo marinaresco, si è tramandata di generazione in generazione. E, nonostante le moderne evoluzioni e i cambiamenti di gusti, questa festa singolare, fatta per spettatori di tutti i Paesi, conserva la sua primitiva freschezza e il suo schietto carattere popolare. Il carnevale di Viareggio, infatti, ha le proprie radici nell’umore nativo, nel « clima » umano ed ambientale della città. Nacque — più di cento anni fa — dalla concorrenza degli elementi, dei mezzi naturali più vicini alla piccola gente: la capacità dei carpentieri a sbozzare il legno e quella degli attrezzatori di barche nello sfruttare il gioco dei verricelli; la pratica delle donne con le opere delle forbici e dell’ago e l’esperienza dei naviganti in fatto di costumi bizzarri; l’abitudine al lavoro collettivo di costruzione che si ritrova attorno ai « carri » durante l’inverno, uguale a quello che ferve attorno agli scafi dei cantieri navali; e, infine, l’esaltazione quasi mistica del colore.
Inoltre il carnevale di Viareggio ha come distintivo particolare quel senso schiettamente ironico e polemico che non si trova, altrettanto in rilievo, in manifestazioni analoghe. È chiaro che, se il carnevale di Viareggio è così genuinamente popolare, lo è perchè il popolo vi porta, insieme alle sue attitudini e capacità costruttive, anche i propri giudizi e le proprie esperienze di
costume.
Così nel corso carnevalesco viareggino, anziché motivi generici o semplicemente pagliacceschi, ricorrono pieni di vita e di freschezza rappresentativa tipi, caratteri, episodi di attualità, ripresi ed elaborati dalla inesauribile vena satirica della gente di Viareggio.
Una girandola di simpatiche caricature, sanamente ricalcate sulle ironie del vivere quotidiano.
A vederle e a viverle le feste del carnevale viareggino sembrano suscitate come di incanto, tanto sono vivaci e spontanee; invece sono il prodotto di una lunga ed appassionata preparazione, che finalmente esplode nei giorni delle sfilate sul lungomare.
Allora Viareggio, come d’estate, torna a vestirsi di colori vivaci; e le musiche e i canti invitano il popolo alla festa meravigliosa, tutta formicolante e variopinta.
Ma il carnevale di Viareggio non è soltanto un festoso carosello di maschere e nemmeno uno spettacolo folcloristico nel senso comune della parola, ma è qualche cosa di più: è il rispetto di un’antica tradizione, è il vanto di un primato che acquista ogni anno nuovo splendore.
La prima manifestazione carnevalesca a Viareggio risale all’anno 1873.
Le testimonianze del tempo riferiscono che si trattò di una modesta sfilata di carrozze addobbate di fiori e di piccole costruzioni allegoriche, una mascherata fatta in maniera spontanea, con motivi che si richiamavano quasi esclusivamente alla satira paesana. Ma, in abbozzo, c’erano già tutti gli elementi dell’attuale corso.
Viareggio, allora, viveva la sua spensierata adolescenza; si riduceva ad un grosso borgo sviluppatosi attorno alle darsene, mentre l’antica via Regia occupava, in senso turistico, il posto che oggi è tenuto dalla Passeggiata a mare.
Le prime sfilate ebbero come teatro proprio la via Regia, nel tratto compreso fra la cinquecentesca torre Matilde e — verso la foce — il Casinò municipale, donato a Viareggio da Carlo Ludovico di Borbone, duca di Lucca.
Dai carri detti allora « trionfali » — ispirati soprattutto a soggetti storico-sociali, come il « trionfo del progresso » e « la pace universale » — si giunge negli anni successivi a costruzioni più impegnate, nelle quali non mancarono piccanti spunti di satira politica.
Col passar del tempo la caratteristica strutturale dei carri andò mutando e venne introdotto l’uso della cartapesta. Questa doveva consentire agli abili e fantasiosi creatori viareggini di raggiungere forme sorprendenti, spesso di livello artistico. Una importante innovazione tecnica, certamente, ma lo spirito originario della manifestazione non subiva alterazioni, affrontando con la stessa acutezza interpretativa i temi più polemici.
A questa inconfondibile caratteristica del carnevale viareggino — che intanto si andava affermando come una delle feste tradizionali italiane più originali ed attese — si aggiunse l’aspetto turistico-spettacolare quando, nel 1921, il corso mascherato si trasferì dalla via Regia alla ribalta dei viali a Mare, nuova chilometrica « passerella » per una grandiosa sfilata unica nel suo genere. La manifestazione, acquistando più ampio respiro, crebbe di importanza, di popolarità, di dimensione, inserendosi fra le più belle tradizioni del nostro Paese.
Oggi « carnevale di Viareggio » è sinonimo di « carnevale italiano » e, come tale, messo a confronto con le più celebri manifestazioni folcloristiche del mondo.
La stampa italiana ed estera, il cinema d’attualità e particolarmente la televisione ne esaltano ogni anno lo svolgimento, come uno dei fatti di costume più significativi della nostra epoca.
Occorre sottolineare che il carnevale ha una sua significazione che non riguarda solo Viareggio, ma tutto il comprensorio versiliese, al di là del fatto, incontestabile, che
è un avvenimento di portata regionale e nazionale, tale da avere un’eco altissima nel mondo.
Inoltre, per essere il carnevale di Viareggio la prima manifestazione dell’anno — la più. tipica, di maggiore attrazione — la manifestazione cioè che apre puntualmente la serie dei grandi avvenimenti a carattere turistico che si svolgono nel corso dell’anno nel nostro Paese, è quella che più d’ogni altra rende, con grandezza di mezzi e con straordinaria efficacia, un prezioso servizio al turismo nazionale.
Molte autorevoli ed eloquenti definizioni sono state date del carnevale viareggino dalla stampa europea ed extraeuropea: « Viareggio non è diventata celebre perchè ha il carnevale, ma è il carnevale che si salva perchè c’è Viareggio »; « Viareggio non ha inventato il carnevale, ma ne ha fatto un modello e ha ragione di volerne l’esclusiva »; « La perla del Tirreno offre d’inverno, quando la sua immensa spiaggia è in vacanza, la festa più pittoresca, più esaltante, più artistica, più civile »; « Oggi i corsi mascherati viareggini sono certamente i più suggestivi d’Europa. Dal punto di vista dell’invenzione e della tecnica, sono fra i più interessanti del mondo »; « L’affermazione del carnevale di Viareggio è solo il frutto della sua qualità,
vale a dire della bontà assoluta dello spettacolo che offre, del godimento estetico che procura. Un segreto, dunque, che appartiene ai creatori dello spettacolo. Viareggio ha formato le sue maestranze specializzate, ha ideato delle tecniche nuove, che costituiscono il segreto di bottega di ciascun carrista, con lo stesso spirito con cui, in questa regione fortunata, si. costituivano le botteghe dei grandi maestri di tutte le arti. Qui si è inventata l’arte della cartapesta
».
Altre e non meno importanti considerazioni si possono aggiungere a questi significativi riconoscimenti: fra le prime, il notevole valore sociale che rivestono le manifestazioni del carnevale viareggino, nel senso che la relativa complessa organizzazione assicura, nel periodo più incerto dell’anno, una concreta possibilità di lavoro a numerosi artigiani e permette il progressivo perfezionamento delle maestranze specializzate, la cui produzione viene largamente apprezzata in Italia e all’estero.
In virtù di questo, ma anche in virtù delle strutture permanenti che lo sostengono, il i carnevale è da considerare per Viareggio e la Versilia una « impresa » necessaria.
Fino ad oggi la manifestazione è riuscita a mantenere il suo « decoro » attraverso non pochi sacrifici economici della città, attingendo i mezzi finanziari indispensabili prevalentemente dagli introiti derivanti dai corsi mascherati; detti introiti vengono annualmente integrati da contributi che gli enti locali concedono attraverso i rispettivi bilanci.
…………………………………………………………….. Il disegno di legge si compone di due articoli.
L’articolo 1 istituisce la quinta lotteria nazionale: come fatto innovativo, gli interi utili della lotteria dovranno essere devoluti al comune di Viareggio per essere destinati ogni anno alla valorizzazione e al potenziamento della manifestazione.

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