“L’ASTRARIO” di Giovanni Dondi Dall’Orologio..di Marco Polloni

Come esperto di orologeria antica colgo l’opportunità, nel caso vi sia qualche interessato, per presentare, senza entrare in dettagliate descrizioni, l’ASTRARIO del Dondi.
A meno di un secolo dall’invenzione dell’OROLOGIO MECCANICO, nonostante la precisione di marcia giornaliera non ancora raggiunta in quanto il PENDOLO non era ancora stato applicato agli
orologi e il controllo a BILANCIERE o CORONA FRENI (come il Dondi lo chiama) era ancora piuttosto rudimentale, iniziarono a comparire capolavori con complicate SUONERIE e svariate
INDICAZIONI ASTRONOMICHE, tra cui appunto l’ASTRARIO che Giovanni Dondi Dall’Orologio (nato a Chioggia intorno all’anno 1330) completò nel 1364, sottraendo tempo alla sua attività di
docente di: Matematica, Astronomia, Filosofia e Medicina, all’università di Padova dove si era formato.
A quel tempo l’ASTROLOGIA era molto importante ed era ancora parte integrante dell’ASTRONOMIA ANTICA (le due discipline si sono separate solo in tempi più recenti), e con l’ASTRARIO, Giovanni
intendeva dimostrare l’esattezza della descrizione dei MOTI CELESTI secondo la COSMOLOGIA prevista da Aristotele e Tolomeo, per la quale la Terra era ritenuta il centro di rotazione degli astri
allora conosciuti.
Giovanni Dondi lavorò all’ASTRARIO (l’opera che, certamente oltre a un posto nella storia della scienza e della tecnica, gli procurò fama presso i suoi contemporanei), per circa 16 anni, dal 1348 al 1368.

Certamente tale strumento, costruito in ORICALCO, una lega corrispondente al nostro OTTONE, a PIANTA EPTAGONALE, partecipò notevolmente alla gloria dell’illustre scienziato, che
rapidamente si diffuse in Italia e oltre; per questo merita far cenno alla lode con cui l’amico Filippo de Maizières salutava e si complimentava per il nuovo strumento: << non v’ha memoria d’uomo, né scritta né d’altro modo, che in questo mondo sia mai stato composto un istrumento sì ingegnoso e sì complesso per indicare il movimento del cielo >>.
Questo significa che a quel tempo, si riconosceva che: come filosofo (Giovanni Dondi) discuteva con i dotti, come medico era molto ricercato nelle case dei principi, come astrologo (astronomo)
rivelava i segreti del cielo a pochi eletti, come ideatore e costruttore dell’ASTRARIO, invece, meravigliava tutti gli scienziati e contemporaneamente consolidava e soprattutto nobilitava un’arte
ancora giovane, l’orologeria.


Quel mirabile congegno era costituito da due parti sovrapposte, in quella inferiore erano collocati i rotismi dell’orologio cioè la base del tempo, fino alla grande ruota annuale cilindrica, che, collocata
orizzontalmente, aveva funzione di calendario, e questa, inoltre, muoveva la parte superiore composta di SETTE QUADRANTI: SOLE, VENERE, MERCURIO, LUNA, SATURNO, GIOVE, MARTE, che insieme realizzavano meccanicamente i principi dell’ASTRONOMIA TOLEMAICA che supponeva, come già detto, la TERRA IMMOBILE al centro dell’universo, circondata da sfere concentriche contenenti ciascuna un pianeta (la sfera più esterna, il PRIMO MOBILE, vedi in foto il quadrante frontale, era quella ritenuta divinamente mossa, perché, secondo la concezione Aristotelica, riceveva movimento grazie al PRIMO MOTORE IMMOBILE come si evidenzia nel Libro Lambda della Metafisica ).
L’ASTRARIO (in foto è visibile la ricostruzione del 1963 di Luigi Pippa – Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci – Milano; e due pagine del Tractatus Astrarii) andò
disperso, ma di quel complesso congegno, il Dondi lasciò descrizioni e calcoli precisi nel suo TRACTATUS ASTRARII, custodito presso la “Biblioteca Capitolare di Padova” e pubblicato nel 1960
dalla “Biblioteca Apostolica Vaticana”.
Non è possibile descrivere in poche righe la complessità di tale prodigioso meccanismo in cui sono presenti ingranamenti di vario tipo: ovali, cilindrici, conici, elicoidali, eccentrici, a passo
variabile …etc…, atti a risolvere le SIMULAZIONI DEL MOTO DEI SETTE PIANETI, in virtù degli aspetti di ECCENTRICITA’, INCLINAZIONE dell’ORBITA e MOTO RETROGRADO.
Sul grande CALENDARIO cilindrico erano presenti, oltre al GIORNO e al MESE: le indicazioni delle FESTE MOBILI, le LETTERE DOMENICALI, le INDIZIONI ROMANE …etc…; Inoltre, ovviamente, era
presente il QUADRANTE ORARIO diviso in 24 ore.
Dopo circa una cinquantina di anni l’ASTRARIO si guastò, fu interpellato un certo Guglielmo Zalantino che riuscì a rimetterlo in funzione ma dopo non molto tempo si guastò di nuovo e questa
volta nemmeno il famoso scienziato ed orologiaio di Carlo V riuscì a ristabilirne definitivamente il funzionamento.

Leonardo ne studiò le particolarità meccaniche e ridisegnò con piccole varianti il quadrante di Venere.
Comunque dal 1450 sembra che lo strumento, con usure da circa 70 anni dalla costruzione, avesse problemi di funzionamento e nessuno riuscì a porvi rimedio.
Certe notizie, le più recenti, risalgono al 1529 quando, appunto, Carlo V, Re di Spagna in visita in Italia, avrebbe avuto intenzione di porvi rimedio, cercando di far rimettere in funzione l’ASTRARIO
ma senza successo.
Possiamo ringraziare i preziosi manoscritti conservati, i cui attenti studi e traduzioni, hanno permesso alcune importanti ricostruzioni che assicurano fama e imperitura gloria al Dondi e al suo
ASTRARIO, tra cui quella presente in foto, terminata nel 1963 del già citato Luigi Pippa; questa però, come detto sopra, non è la sola ricostruzione, ne esistono altre di altri autori.

Prof.Marco Polloni

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