Il Cubismo come visione simultanea..di Marco Polloni

Nel 1907 si aprì, al Salon d’Automne di Parigi , una retrospettiva di Cèzanne (un anno dopo la sua morte): << Bisogna trattare la natura secondo la sfera, il cubo, il cono, il cilindro >> aveva scritto l’artista,
sostenendo la necessità di individuare un nuovo modo di rappresentare lo spazio, aggiungendo anche che il tutto doveva essere << messo in prospettiva >>; ma questa, già nelle sue opere, non era più quella
rinascimentale che osservava gli oggetti da un unico punto di vista.
In Cèzanne la PROSPETTIVA non era più UNIVOCA ma MULTIPLA, per cui l’oggetto rappresentato nasceva dalla somma di atti percettivi diversi, organizzati in una unitarietà spaziale; egli stesso scrive a due giovani amici: << Forse sono venuto troppo presto. Ero il pittore della vostra generazione più che della mia ….. Voi siete giovani, avete vitalità, imprimete alla vostra arte un impulso che solo chi prova un’ emozione può darle. Io sto invecchiando. Non avrò tempo di esprimermi …… Lavoriamo >>.
La lezione di Cèzanne fu fondamentale per il formarsi del CUBISMO (i principali motori furono Picasso e Braque) la cui tendenza rappresentativa fu quella di mostrare non l’aspetto fenomenico (l’apparenza) delle cose,
ma ciò che ognuno sa delle cose della realtà.
Alla REALTA’ VISIBILE si sostituì la REALTA’ PENSATA : << Non è un’arte d’imitazione, ma di pensiero, che tende ad elevarsi fino alla creazione >> scrisse il poeta ed esegeta del CUBISMO Guillame Apollinaire.
I cubisti infatti, affermavano la necessità di indagare lo SPAZIO per rappresentare ciò che è noto dell’oggetto e non quello che si vede da un determinato PUNTO DI VISTA , e questo voleva dire: mostrare i MOLTEPLICI LATI a favore di una VISIONE SIMULTANEA, quell’immagine mentale definita come QUARTA DIMENSIONE.


È doveroso ricordare che mentre i CUBISTI definirono le coordinate linguistiche della NUOVA PITTURA, la TEORIA DELLA RELATIVITA’ di Einstein metteva in crisi il concetto di SPAZIO/TEMPO ASSOLUTO, sostenendo
che lo SPAZIO e il TEMPO non possono essere considerati separatamente, infatti, nella TEORIA dello scienziato, questi sono considerati come un INSIEME TETRADIMENSIONALE; così come nel CUBISMO i vari punti di vista relativi allo SPAZIO agiscono unitamente ad una TEMPORALE SIMULTANEITA’.
Inoltre non va dimenticato che anche la FILOSOFIA di Bergson mise in discussione la concezione newtoniana che suddivide il TEMPO in senso ASSOLUTO e UNIVERSALE, introducendo l’idea di TEMPO come DURATA,
evidenziando come esso sia RELATIVO in funzione dell’intensità con cui lo si vive; per cui il vivere modella il TEMPO come la percezione modella lo SPAZIO.
Dunque i CUBISTI spingono l’indagine verso traguardi che spostano l’accento dal PIANO DELLA VISIONE al PIANO DELL’ IDEAZIONE, ragion per cui la ricerca cubista è intrapresa non solo con l’aiuto di ciò che si vede
(che resta comunque il punto di partenza) ma con l’apporto di ciò che si sa.
Il CUBISMO è un’ARTE che intende porsi sul piano GNOSEOLOGICO (della conoscenza), per cui è basato più sulla CONCEZIONE che sulla SEMPLICE VISIONE che non è in grado di restituirci tutte insieme le parti
dell’oggetto, ossia quella REALTA’ che è oltre la PURA VISIBILITA’.

Prof.Marco Polloni

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