Il Primo Angolo..di Marco Polloni

Nell’ opera “The Ancient of Days” ( L’antico dei Giorni – 1794 ) di William Blake, è rappresentato Dio nelle fattezze di uomo che dal centro del sole tende il braccio sinistro verso
il basso, mentre con la mano regge un compasso aperto fino a formare un ANGOLO RETTO che si può interpretare come il PRIMO ANGOLO PROVENIENTE DA DIO.
C’è una frase di Èmile Zola (Parigi, 2 aprile 1840 – Parigi, 29 settembre 1902 è stato uno scrittore, giornalista, saggista, critico letterario, filosofo e fotografo francese.) che in un
certo senso sembra adattarsi:
<< Un’opera d’arte è un angolo della creazione visto attraverso un temperamento. >>
Tale frase sembra voler indurre a riflettere sull’ANGOLO, che è il primo passo per costruire una forma geometrica, DUE LINEE CHE SI INTERSECANO FORMANO UN ANGOLO , e la prima
figura studiata dalla geometria è composta non di uno e nemmeno di due, ma bensì di TRE ANGOLI, la simbolica forma con 3 lati e 3 angoli, cioè il TRIANGOLO.
A tal proposito vogliamo evidenziare che, ai fini della definizione della forma, gli ANGOLI sono importanti quanto i LATI, perché un TRIANGOLO può essere definito dalla lunghezza dei
lati o dall’ampiezza degli angoli, che, tra l’altro, rimandano a casi che destano interessi molto più vasti e stimolanti, tra cui quei particolari teoremi che implicano il CERCHIO, la forma
altamente simbolica e perfetta che rimanda al divino, all’assoluto, perché non ha né principio né fine.


Ed ecco a tal proposito un paio di esempi rappresentati nella tavola illustrativa; in figura 1 vediamo il caso che dice : UNENDO AL CENTRO DUE PUNTI PRESI SU UNA CIRCONFERENZA,
SI OTTIENE UN ANGOLO ESATTAMENTE DOPPIO RISPETTO A QUELLO OTTENUTO UNENDO, SEMPRE GLI STESSI PUNTI, NON AL CENTRO MA AD UN ALTRO QUALSIASI PUNTO PRESO
SULLA STESSA CIRCONFERENZA; questo senza dubbio è già un caso molto interessante che può indurre a qualche riflessione, ma in figura 2, possiamo notare un caso molto particolare
che ancora richiama il TRIANGOLO e il CERCHIO, e di questo ne parla addirittura Dante nella “Divina Commedia” :
<< non per sapere il numero in che enno

li motor di quassù, o se necesse

con contingente mai necesse fenno;

non si est dare primum motum esse,

o se del mezzo cerchio far si pote

triangol sì ch’un retto non avesse >> (Paradiso XIII – 97 – 102 ).
La parte di testo in neretto dice se possa esistere un TRIANGOLO inscritto in una SEMICIRCONFERENZA che non sia un TRIANGOLO RETTANGOLO, ossia con un ANGOLO
RETTO.
Questo teorema è usato da Dante per spiegare la non contraddizione tra la SAPIENZA DIVINA di Cristo e la SAPIENZA UMANA di Salomone; ed effettivamente SALOMONE non chiese di
addottrinarsi nei vari rami dello scibile: metafisica, dialettica, matematica o altro ancora ma chiese la SAPIENZA solamente per ben governare il suo popolo (cfr. 1Re 3,1-15), per capire
le cose più umane, terrene, e non per comprendere le cose di ordine superiore: come se da due premesse, l’una includente necessità e l’altra contingente, possa dedursi una conseguenza
necessaria; o se può ammettersi l’esistenza di un PRIMO MOTORE NON MOSSO; e tra le cose che Salomone non aveva preteso di conoscere e di capire è compresa anche la questione se in
un semicerchio avente il diametro come lato, possa inserirsi (non è possibile) un TRIANGOLO il quale non abbia un ANGOLO RETTO (teorema rappresentato in figura 2): QUANDO UN
TRIANGOLO è INSCRITTO IN UNA CIRCONFERENZA E IL LATO LUNGO è RAPPRESENTATO DAL DIAMETRO, SICURAMENTE L’ANGOLO OPPOSTO NON PUO’ ESSERE CHE RETTO; ragion per cui
il TRIANGOLO che si ottiene altro non può essere che un TRIANGOLO RETTANGOLO.
Può risultare chiaro, o forse no, che quanto detto ed esemplificato ha lo scopo di indurre anche, e soprattutto, a pensare oltre l’esperienza, oltre i sensi, e spingere all’acquisizione di
un abito adatto non solo a capire ma a comprendere.

Prof.Marco Polloni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *