La Torre delle Ore – LUCCA…di Marco Polloni

Intorno alla fine del 1200, la famiglia dei Quartigiani risultava proprietaria di una torre detta TORRE DELLA PENITENZA .
La presenza di tale nobile e antica famiglia ha segnato le vicende storiche della città di Lucca nel periodo che va dal 1300 al 1390 quando ebbe inizio la Signoria di Paolo Guinigi; la sconfitta
politica della famiglia dei Quartigiani e la relativa frammentazione delle proprietà, determinarono la condizione da cui la decisione di costruire il primo orologio cittadino, proprio nella TORRE DEI QUARTIGIANI, che, per la posizione centrale nella città, la sua altezza, la sua architettura di tipo militare che la differenziava notevolmente dalle case torre, si mostrava adatta allo scopo, ragion per cui, come emerge dai documenti d’archivio, dall’estate del 1390 la torre iniziò ad essere chiamata: TORRE DELLE ORE.
Nel 1460 dopo un periodo di 70 anni di servizio pubblico, importante per la vita cittadina, la Repubblica ritenne opportuna la sua definitiva acquisizione conclusasi nel 1490 data in cui la
TORRE DELLE ORE divenne ufficialmente torre civica.
Lucca è conosciuta come la città dalle 100 chiese, ma in realtà durante il Medio Evo, insieme a tante chiese e campanili, svettavano altrettante torri, delle quali molte di esse sono state abbattute, mozzate o crollate per la troppa altezza; tali torri, erano dovute alle rivalità tra le più potenti famiglie, che tendevano ad evidenziare il potere tramite l’altezza della propria torre; oggi ne rimangono due: la TORRE GUINIGI e la TORRE DELLE ORE definita anche: TORRE DELLA LITE perché contesa tra la famiglia dei Quartigiani e dei Diversi, ed è proprio dai Diversi che nel 1490 la Repubblica di Lucca la comprò.
Chi non conosce La TORRE DELLE ORE che con i suoi 50 metri di altezza sovrasta tutta la città?
Forse però, può essere che, tra i più che la conoscono, ve ne sono alcuni che non hanno avuto occasione, o interesse, di salire i 207 gradini di legno che conducono su, fino alla cella campanaria, dalla quale attraverso la aperture ad arco si può ammirare l’intero panorama cittadino: palazzi, tetti, strette vie, campanili, chiese…etc…. Subito sotto, però, prima di arrivare al piano delle campane, si trova il settecentesco GLORIOSO MOVIMENTO DELL’OROLOGIO, uno degli esempi più interessanti d’Italia (oggi purtroppo fermo) atto ad animare il grande quadrante bianco esterno con 12 cifre romane delle ore, indicate da una sola lancetta di lamiera sagomata con un simbolico sole al centro, e i martelli della suoneria di ore e quarti che rintoccavano sulle campane collocate alla sommità della torre, due campane per i quarti e una per le ore.


Il primo orologio della torre risale al 1390 e fu realizzato da Lambruccio Cerlotti: il quadrante era assente e scandiva solo le ore su una campana, un secolo dopo per rendere anche visibile lo scorrere del tempo fu applicato il quadrante; fu questo l’orologio al quale è legata la leggenda di Lucida Mansi, figlia di nobili lucchesi; una donna bella, molto attraente, libertina e contornata da schiere di amanti che sembra uccidesse dopo gli incontri, facendoli cadere in botole irte di lame.
Tale nobildonna, per rimanere giovane e bella, fece un patto con il diavolo nel quale era stabilito che dopo 30 anni, la notte del 14 Agosto del 1623, allo scoccare della mezzanotte il diavolo sarebbe tornato per prendersi l’anima di Lucida. In prossimità di tale momento, che inizialmente pareva lontano, Lucida corse alla TORRE DELLE ORE, si affannò per i 207 scalini, con lo scopo di fermare l’orologio prima che suonasse la mezzanotte; non riuscì ad arrivare in tempo e il suo corpo andò a precipitare esamine nelle acque del laghetto dell’Orto Botanico, dove si racconta che ancora oggi ella appare nelle notti di luna piena.
Nel 1752 il ginevrino Louis Simon fu incaricato di realizzare un nuovo meccanismo, lo stesso che ancora oggi è conservato e visitabile nella apposita cella della torre. Due anni dopo fu installato il quadrante, ancora presente, ad opera del lucchese Sigismondo Caturegli e le tre nuove campane fuse da Stefano Filippi anch’esso lucchese, ovviamente insieme al movimento datato e firmato: 1754 LOUIS SIMON, come si evince dall’incisione praticata su una delle traverse del telaio in ferro contenente tre distinti rotismi, ognuno mosso da un proprio motore a gravità: il treno del tempo, il treno della batteria dei quarti e il treno della batteria delle ore.
I quarti rintoccano con un doppio suono su due campane e le ore su una campana; prima suonano i quarti e successivamente le ore alla romana, cioè di 6 ore in 6 ore, considerando: le 6 ore della mattina, le 6 ore del pomeriggio, le 6 ore della sera, le 6 ore della notte.
Per esempio: quando la lancetta indica sul quadrante le ore 12, diciamo a mezzogiorno, la suoneria batte la sesta ora della mattina, poi la prima del pomeriggio, la seconda, la terza e così via; tale modalità è detta: BATTERIA ALLA ROMANA.
Attualmente le campane suonano ore e quarti, ma tramite battenti elettrificati.

Prof. Marco Polloni

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