LA ZECCA DI LUCCA dal 650 al 1843

                                        

A causa della caduta dell’Impero romano la città di Lucca versava in stato d’abbandono, comprese le reti stradali divenute impraticabili e insicure.

Sul finire del VI Secolo, i longobardi che arrivarono in terra di Toscana, trovarono Lucca inalterata, circondata da una muraglia alta circa venti braccia e protetta ad occidente dal corso del fiume Serchio, le alture circostanti e il vasto lago nella zona meridionale assicuravano un solido sistema difensivo naturale.

Compresero fin da subito, l’importanza strategica della città e dei suoi assi viari. Lucca in passato era stata un centro economico importantissimo, lo divenne ancor di più con l’insediamento del Duca Allovisino che la elesse a Corte Regia, ovvero residenza Reale.

Autari che regnò dal 584 al 590 ricevette dai suoi duchi l’appellativo di Flavius e di questo continuarono a fregiarsi i suoi successori.

Quindi al tracciato della via Langobardorum, che scende dal passo della Cisa, collegarono con un nuovo tragitto Lucca con Pistoia, creando così un ramo occidentale della via Cassia che conduce a Roma, ripristinarono le altre vie che la collegavano con Pisa e l’asse della costa fino all’importante porto di Luni.

Con l’acquisizione della Toscana, unita alla Padania i longobardi avevano raddoppiato il loro regno. A fronte di una stabilità politica e sociale accettabile, nell’Italia centro–settentrionale, fu favorita la ripresa dei commerci e Lucca era tornata ad essere lo snodo viario di primissima importanza per raggiungere non solo la Padania ma, il cuore dell’Europa e Roma. Dopo mezzo secolo di espansione commerciale e di prosperità le condizioni economiche erano cambiate in meglio.

Con gli scambi commerciali in continuo aumento, l’economia basata prevalentemente sul baratto non era più sufficiente. Da qui, la necessità di mettere a disposizione del mercato, una produzione monetaria fu così che il Re longobardo Rotari nell’anno 650, affidò la coniazione di monete ad un ristretto numero di zecche regie, tra cui Lucca. Per comprendere al meglio che la fabbricazione di moneta era monopolio esclusivo del Re, cito testualmente dal suo editto la legge 242: “Se qualcuno contrassegna l’oro o fabbrica moneta senza ordine del Re, gli si tagli la mano”. Nessuno poteva mettere in dubbio il potere assoluto evocato dal monarca, la pena fu applicata anche dai suoi successori e in seguito assimilata al diritto feudale.

Lucca coniò il Tremisse, il suo titolo in oro era a caratura variabile, da 14 a 18 carati, dal peso di circa 2 grammi. La terza parte di un solido bizantino, il suo potere d’acquisto era piuttosto elevato, con un Tremisse si poteva acquistare un maiale oppure una pecora.

continua…alla prossima puntata    

Edoardo Puccetti – Lucca 

                                                              

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