Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna, Regina D’Etruria, Duchessa di Lucca

Già il titolo enuclea sinteticamente la vicenda di questa donna, che è direttamente legata alla storia di Viareggio, ricorrendo il bicentenario della elevazione da lei deliberata al rango di città. Questo il motivo fondamentale che ispira questa serie di brevi interventi illustrativi della sua figura e della sua vicenda umana. E non si può cominciare che con una sintetica delineazione biografica.

            Maria Luisa – si omettono tutti gli altri nomi – nasce nel palazzo reale della Granja a San Ildefondo in Spagna dal re Carlo IV di Borbone e dalla regina Maria Luisa di Borbone, ramo di Parma il 6 luglio 1782. Qui viene allevata in un clima di intensi affetti famigliari, ma ormai alla vigilia di quegli eventi che porteranno alla rivoluzione in Francia nel 1789 con tutte le conseguenti violenze e guerre che insaguineranno e sconvolgeranno la geopolitica dell’intera Europa fino al 1815: lei ne sarà direttamente coinvolta e, per certi versi, anche vittima.

            A soli 13 anni, nel 1795, viene scelta in sposa dal cugino Ludovico, principe ereditario del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Il primo figlio, Carlo Lodovico, nascerà a Madrid il 22 dicembre 1799 e la seconda figlia, Maria Luisa Carlotta, vedrà la luce durante una perigliosa navigazione fra Livorno e la Spagna il 2 ottobre 1802.

            Gli anni della permanenza in Spagna verranno ricordati da Maria Luisa come i più belli della sua vita. Amata dal marito, con lui condivide la passione dello studio delle scienze naturali e della ricerca sul territorio con numerosi viaggi all’interno del regno, anche se segnati dalla preoccupazione per le ricorrenti crisi epilettiche di Ludovico, dovute ad un incidente che lo vide protagonista nella reggia di Colorno da bambino. A questa sempre più competente passione di studio si deve l’interesse per la botanica, l’astronomia e la loro diffusione a livello scolastico superiore di Maria Luisa nei successivi impegni di governo.

            Il tranquillo e sereno ménage famigliare di questi principi viene alterato e sconvolto dai trattati napoleonici di Lunéville e di Aranjuez (febbraio-marzo 1801) che istituiscono il Regno d’Etruria, comprendente gran parte della Toscana, assegnandolo proprio a Ludovico e Maria Luisa. Sarà una esperienza molto gravosa. Ludovico, infatti, muore a Firenze il 27 maggio 1803 e Maria Luisa deve assumere la reggenza in nome del figlio di soli 4 anni. Il che andrà avanti fino al dicembre del 1807 quando, in un ulteriore rimescolamento geopolitico, il Regno cambierà natura e verrà assegnato da Napoleone quale principato alla sorella Elisa Baciocchi. Cominciano prove piuttosto dure per Maria Luisa e i due figli, segnate da frequenti ed onerosi spostamenti di abitazione fino al domicilio coatto nel 1811 nel monastero di S. Sisto a Roma per la ex regina d’Etruria e la figlia, mentre il figlio Carlo Ludovico le viene violentemente strappato di braccio ed affidato alla custodia dei nonni materni, anch’essi in esilio. Solo dopo la prima sconfitta di Napoleone a Lipsia nell’ottobre del 1813 e la sua abidcazione nel 1814 Maria Luisa avrà la possibilità di tornare in libertà e intraprendere presso il Congresso di Vienna la sua battaglia a difesa dei diritti ereditari sovrani per se stessa e per il proprio figlio.

            Già, il Congresso di Vienna. A rappresentare gli interessi di Maria Luisa era il rappresentante della Spagna, il cui Re era era diventato proprio il fratello di Maria Luisa, essendo morto nel frattempo il padre. La situazione si presentava oggettivamente complicata. Maria Luisa rivendicava o il Ducato di Parma Piacenza e Guastalla o l’ex Regno d’Etruria. Il primo era stato già occupato da Maria Luigia, sorella dell’imperatore d’Austria ed ex moglie di Napoleone, il secondo era tornato agli Asburgo Lorena parimenti parenti stretti della Casa d’Austria. E chi li poteva spostare? Come terza soluzione si pensò, forse, a costituire uno stato apposito per lei nel territorio delle Legazioni Pontificie in Emilia, ma lei rifiutò l’idea di sottrarre beni al Papa. A Vienna c’era anche il rappresentante della ex Repubblica di Lucca, al momento occupata dalle truppe austriache. Nove giorni prima della storica Battaglia di Waterloo, cioè il 9 giugno 1815, proprio a conclusione dell’ultima sessione, il Congresso decise la costituzione in Ducato di Lucca assegnandolo a Maria Luisa: il cambio con il Ducato di Parma era almeno inadeguato e Maria Luisa rifiutò. Le trattative continuarono a lungo nelle successive commissioni fino a che nel novembre del 1817 si ottenne la reversibilità del Ducato di Parma, cioè, alla morte di Maria Luigia d’Austria il Ducato sarebbe tornato a Maria Luisa, a suo figlio ed eredi legittimi. A quel punto Maria Luisa dovette accettare, certamente controvoglia, ed il giorno 7 dicembre, sabato, fece il suo ingresso a Lucca. Ecco come arrivò nel nostro territorio, che ebbe così la sua nuova configurazione giuridica mantenendo però l’indipendenza e la sovranità.

Mons. Giovanni Sacarabelli

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