Maria Luisa e l’Istruzione scolastica

           La riforma dell’assetto scolastico

Se è vero che certi interventi legislativi di Maria Luisa riguardano tutto il territorio del Ducato, non meno vero è che, pur generali, ebbero effetti molto positivi su Viareggio e la regolamentazione delle sue istituzioni pubbliche, non meno di quella che oggi definiamo “elevazione del livello e qualità di vita”. Tenendo conto di questa osservazione, è opportuno ora ricordare due decreti emanati da Maria Luisa,  il n° 10 e il n° 11, del 30 gennaio 1820. Il primo provvede alla Pubblica Istruzione delle Comunità e Dipartimenti del Ducato, il secondo alla nomina dei maestri.

            A pochi mesi dall’apertura del Reale Liceo (Università di Lucca), avvenuta nel novembre 1819, Maria Luisa procede sistematicamente alla riorganizzazione e al rilancio della scuola primaria e secondaria su tutto il territorio del Ducato, un intervento, come dichiarato nella premessa ai decreti, “che possa porre rimedio a questo pubblico disastro” e che superi “il disordine in cui attualmente la medesima ritrovasi”. Fino a quel momento, infatti, tutto era lasciato alla libera iniziativa delle singole comunità civiche con la conseguente difformità disciplinare, amministrativa e qualitativa, originante, oltre tutto, radicali ingiustizie. I decreti sono frutto di una attenta indagine svolta sul territorio nell’estate 1819. La decisione è l’istituzione di una scuola gratuita e obbligatoria per tutti, a carico delle casse pubbliche, divisa fra primaria e secondaria, centralizzata, cioè soggetta a regolamentazioni uniformi, e che si abbina a quella privata, che, pur autonoma nella iniziativa e nella gestione, deve ora conformarsi alle normative generali e, pertanto, entra nel controllo dello Stato: in sostanza, una scuola  “vigilata… per una pronta correzione degli abusi che si possono col tempo introdurre”.

            A capo di tutto il sistema della Pubblica Istruzione nel Ducato viene indicato e nominato il Direttore del Reale Liceo con le conseguenti facoltà che lo configurano in pratica come Ministro. I docenti d’ora innanzi sono controllati e sottoposti all’obbligo del registro con assenze e voti da inviare mensilmente al Reale Liceo, a svolgere le lezioni con calendari e orari prefissati, a tenere 5 ore di lezione al giorno (metà al mattino e metà nel pomeriggio), a comunicare il numero degli alunni frequentanti, la qualità dell’insegnamento, il metodo da loro esercitatoe ogni altra segnalazione, osservazione e domanda. Il decreto prevede infine che “alla fine dell’anno scolastico … si farà la distribuzione dei Premj … distribuiti  in base al numero degli scolari ed ai progressi che in ciascuna scuola si saranno fatti nell’anno”. Il decreto n° 11, relativo alla nomina dei docenti, evidenzia infine che i docenti devono essere nominati previo svolgimento del relativo concorso:si tratta di un tentativo di selezione del personale docente sulla base di precise qualità culturali e morali.                                              I decreti  del 1820, come recita l’art. n° 3, superano quelli emessi negli anni precedenti ed in particolare quello di Elisa Baciocchi del 16 febbraio 1809. E così vengono dotati della scuola primaria non solo i grandi centri, ma anche i paesi più piccoli. Una scuola di base, primaria appunto o elementare, dove si dovrà insegnare a leggere, a scrivere ed aritmetica (art.5); poi una scuola secondaria, di livello superiore, che insegni Grammatica Italiana Superiore, Grammatica Latina, Geografia, Retorica, Umanità, Musica, oltre a quanto proposto nel Real Collegio e negli Istituti femminili. Un successivo decreto ducale, quello del 28 giugno 1820, provvede alla nomina tre nuovi maestri per far fronte alle maggiori esigenze della città di Viareggio.  

Via Regia (vista su Palazzo Giannini ed in fondo il vecchio mercato)                                   

L’ultimo intervento in questo ambito di Maria Luisa è del 6 agosto 1823 con la istituzione in Viareggio di una Scuola Normale, cioè professionale, in quanto doveva formare a produrre “ogni sorta di filati, e di qalunque genere di lavori di maglia a Berretti, e n. 6 telari” (art. 2). “La scuola sarà divisa in due separati locali, uno per le Ragazze, altro per i piccoli Ragazzi” (art.3). Le insegnanti dovevano essere attinte fra le allieve del Reale Ospizio delle Orfane. Erano previste la figure di una Consegnataria e di un Direttore.

La sede di questa scuola viene individuata e fissata in Palazzo Sardini, in quel momento proprietà di Rocco Giannini.

           Inizia così con Maria Luisa un percorso di istruzione di base generalizzata che, con le doverose integrazioni e riforme, giunge ben oltre al periodo di esistenza del Ducato di Lucca. Infatti sarà necessario attendere ancora una cinquantina d’anni circa, quando verrà estesa al neonato Regno d’Italia nel 1861 la legge piemontese decretata dal ministro Casati e addirittura la legge di riforma strutturale del 15 luglio 1877 elaborata dal Ministro della Pubblica Istruzione Michele Coppino.

Monsignor Giovanni Scarabelli (Accademia Maria Luisa di Borbone)

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